Questo delicato argomento a volte può creare dubbi in molte persone e far credere che sia una forzatura contro natura… tuttavia prima di esprimere considerazioni senza avere un quadro più ampio della situazione.
Per principio questa dovrebbe essere sempre una scelta consapevole e d’amore per il bene dei nostri fedeli compagni di vita nonché un segno di responsabilità etica e civile, indipendentemente se il nostro cane sia di razza o no (pregiudizi e leggende da sfatare).
Certo è che la questione riguardante la scelta di un cane maschio o femmina perde un po’ del suo significato di fronte all’ipotesi della sterilizzazione chirurgica.
A mio avviso la scelta della sterilizzazione dovrebbe essere presa in considerazione non tanto per evitare possibili gravidanze indesiderate: per questo è sufficiente prestare un pò di attenzione nei periodi di calore della femmina, bensì per ridurre diverse patologie che si potrebbero presentare quando il nostro cane sarà anziano.
Tale intervento (che consiste nella rimozione delle ovaie o, a seconda dei casi, di ovaie e utero nella femmina), appiana in un certo qual modo le differenze caratteriali (solitamente i soggetti risultano in questo modo di più facile gestione pratica).
La sterilizzazione impedisce la riproduzione (fungendo pertanto anche come prevenzione del randagismo canino) ed evita l’insorgenza delle patologie tipiche dei soggetti anziani non sterilizzati, prime tra tutte i tumori mammari, le infezioni dell’utero, le prostatopatie e le infezioni testicolari.
Una delle patologie più frequenti riscontrata nelle femmine anziane è la piometra, una patologia che presenta un accumulo di pus nell’utero.
Questa infezione è una condizione clinica molto pericolosa, soprattutto se non riconosciuta e non presa in tempo quando si tratta di femmine con cervice chiusa cioè che non hanno mai partorito.
Affinché la probabilità di comparsa di queste patologie si riduca al minimo, la sterilizzazione è consigliata in giovane età, prima che sopraggiunga il primo calore.
Nella specie canina non esistono menopausa e andropausa: gli animali, pertanto, possono in linea teorica riprodursi senza interruzione fino alla fine dei loro giorni.
Gli ormoni sessuali vengono prodotti in maniera continuativa dall’organismo del cane con il rischio, sul lungo termine, di andare a stimolare eccessivamente gli organi dell’apparato riproduttore.
Questo è il motivo per cui nei soggetti non sterilizzati che sono entrati nella terza età il riscontro di affezioni genitali di varia natura è decisamente elevato sotto il profilo statistico.
Oggi l’intervento (definito orchiectomia nel maschio e ovariectomia nella femmina), che fortunatamente sta negli ultimi tempi prendendo sempre più piede anche in Italia, è una pratica di routine e assolutamente consigliata.
Come dicono gli americani, anche se forse troppo semplicisticamente, ma con un concetto che rende bene l’idea: meglio eliminare degli organi che non verranno mai utilizzati che potrebbero rappresentare solo una potenziale fonte di guai.
Le cure post-operatorie sono semplici e dopo una decina di giorni (anche prima) il nostro cane può tornare senza problemi alla vita di sempre come se nulla fosse accaduto.
La sterilizzazione non comporta, come erroneamente molti ritengono, cambiamenti di carattere per il cane operato né alterazioni particolari, fatta salva (non in tutti i casi) di una possibile predisposizione al sovrappeso (variazione del metabolismo), che può essere tuttavia facilmente controllata mediante un regime dietetico ipocalorico e una quotidiana attività fisica.